sabato 28 febbraio 2015

Chi spreca?

Tonnellate diciboin pattumiera. Consumatori poco attenti rischiano di sperperare una grande ricchezza.
Nell'articolo pubblicato su "Il Giorno":
http://ilgiorno.campionatodigiornalismo.it/files/2015/02/20150211-g-met-24.pdf
la 1A ha affrontato questo tema importante scrivendo:
Abbiamo provato a "seguire" il percorso che gli alimenti fanno nelle nostre case, e abbiamo scoperto che molto del cibo acquistato viene buttato nella spazzatura. Questo comportamento nasce dalle cattive abitudini dei cittadini, ma anche dall’incapacità di conservare il cibo in modo adeguato oppure dalle scadenze troppo rigide. Alcuni non fanno nemmeno caso al cibo che buttano, ma con gli alimenti inutilmente sprecati potrebbero essere nutrite molte famiglie in difficoltà.

La prof di Scienze che accompagna la classe in mensa due volte alla settimana ha proposto di riflettere sul comportamento della classe fotografando lo spreco alimentare:

Il riso avanzato corrisponde al almeno 5 porzioni
Anche molte carote sono avanzate. La carne è finita nel doggy bag della prof (foto del 25/02).


Dire ”pesante” e ”aver maggior peso” è la stessa cosa?

Pesano più il ferro o le piume? L'acqua o il legno? Il legno o il ferro?

Abbiamo messo sulla bilancia due bicchieri uguali riempiti fino alla stessa tacca d'acqua e di sabbia (per avere due volumi uguali delle due sostanze).
Il confronto ci ha detto che pesa di più il bicchiere con la sabbia.
Ma se metto al posto del bicchiere una ciotola che può contenere più acqua, a un certo punto la ciotola con l'acqua (tenendo conto dei contenitori) peserà di più.
Per dire se "pesa l'acqua o la sabbia" devo confrontare volumi uguali.
A parità di volume la sabbia pesa più dell'acqua.


Abbiamo poi provato con due siringhe uguali, riempite con 5 cc d'acqua e 5 cc di olio e messe sui piatti della bilancia. La siringa con l'acqua pesa di più. A parità di volume l'acqua pesa più dell'olio. Scopriamo allora che volumi UGUALI di sostanze DIVERSE NON hanno lo stesso peso.


Prova tu
Materiale
2 cilindri da 10 cm^3 di acqua, bilancia, acqua distillata, olio, oggetti di ferro e di legno.
Procedimento
1- Pesa i due cilindri da 10 cm^3 vuoti, e ripesali dopo aver riempito il primo di olio ed il secondo d'acqua.Togli il peso dei cilindri (per avere il peso netto.
2-Ripesali dopo aver riempito il primo con 10 cm^3 di olio ed il secondo d'acqua ma per circa 2/3 di acqua (circa 6,6 cm^3).

Rispondi: chi pesa di più nei due casi? cos'è cambiato? nel primo i volumi d'acqua e olio sono ................... , nel secondo invece .................. Nel secondo caso constati che il peso dell’olio è maggiore. E' possibile conseguentemente affermare che l’olio è più pesante dell’acqua?

Organizza tu un esperimento per confrontare oggetti dello stesso volume.
Dire ”pesante” e ”aver maggior peso” non è la stessa cosa!

mercoledì 11 febbraio 2015

1A - Torri di piatti

Ci prepariamo per la sfida alla scienza di Scienza Under 18 2015. Abbiamo fatto qualche prova di costruzione. Seguono regole e foto.

Consegna 
Costruite il grattacielo col maggior numero di piani, usando per ogni piano un piatto e due fogli A4 piegati. 
Si opera a gruppetti di 3 persone.  Il tempo assegnato è di 15 minuti.

Materiali 
 •Venti fogli di carta A4 da 80/120 grammi, meglio se usati.
 •Undici piatti di plastica, come successive basi.
 •Delle noci, come masse da disporre sull’ultimo piano.

Strumenti 
 •Una scheda per annotare i dati parziali e il risultato finale.
 •Un righello per misurare e per ottimizzare le pieghe.
 •Un metro a nastro per misurare l’altezza del grattacielo.
 •Una fotocamera per documentare la struttura innalzata.
 •Un cronometro per segnalare il tempo trascorso.

Vincoli 
 •Si possono utilizzare solo i materiali a disposizione.
 •Si possono usare due fogli di carta piegata per ogni piano. •Si devono piegare i fogli lungo il lato più corto (21 cm).
 •Si deve rifare il grattacielo più volte se cade prima del tempo.
 •Si misurano i piani alzati in equilibrio quando scade il tempo.
 •Si contano le noci poste sull’ultimo piatto, a parità di piani.
 •Si deve smontare il grattacielo e recuperare ogni materiale.







Dieci domande su cui riflettere.
1. Quale tipo di carta risulta più adatta per costruire i grattacieli a più piani? Lavorabile - Rigida - Ruvida - Spessa - Uniforme
 2. Quali forme create piegando i fogli di carta danno la maggiore stabilità? A fisarmonica - Circolari - Quadrate - Triangolari - Variabili
 3. Come si eseguono le pieghe più efficaci sui fogli di carta? Molteplici - Ridotte - Parallele - Simmetriche - Uniformi
 4. Come vanno disposti i due fogli di carta appoggiati sopra il piatto? Agganciati - Centrali - Incurvati - Simmetrici - Speculari
 5 . Come va collocato il piatto sopra i due fogli di carta piegati? Allineato - Appoggiato – Centrale - Equilibrato - Orizzontale
 6. Dove si dispone il baricentro per dare la maggiore stabilità al grattacielo? Al centro - Sulla base - In basso - In asse - Automatico
 7. Quali forze attive danno la migliore stabilità al grattacielo? Compressione - Flessione - Taglio - Torsione - Trazione
 8. Quali forze entrano in azione per fare cadere il grattacielo? Compressione - Flessione - Taglio - Torsione - Trazione
 9. Come vanno disposte le noci sopra il piatto posto più in alto? Centrali - Casuali - Laterali - Simmetriche - Sovrapposte
 10. Che cosa permette al grattacielo di restare in equilibrio più a lungo? Ambiente - Baricentro - Forma - Simmetria – Verticalità

2A- Il test del PTC

In ogni individuo, la percezione dei quattro sapori fondamentali (aspro, salato, dolce, amaro) è legata anche a fattori genetici. In genere esiste una preferenza per il dolce e un’avversione per l’amaro. Non tutte le persone sono in grado di percepire l’amaro. È stato dimostrato che l’incapacità di percepire l’amaro varia da popolazione a popolazione. Per scoprire se si è sensibili all’amaro basta un semplice test, che si effettua con delle cartine che contengono delle concentrazioni note di una sostanza amara chiamata PTC. Si prende una cartina e la si appoggia sulla parte anteriore della lingua. A seconda di quanto si percepisce l’amaro è possibile distinguere tre gruppi di individui: taster, medium taster, non taster.
Nel nostro test, abbiamo rilevato il 68% di taster, mentre i rimanenti si dividevano alla pari in medium e no taster.

lunedì 2 febbraio 2015

1A - Dalle spore ai fiori

Le Bryophyta o muschi sono un gruppo di piante non vascolari, cioè prive di tessuti vascolari lignificati: l'assorbimento ed il trasporto dell'acqua avviene generalmente per capillarità e interessa tutta la superficie della pianta.
La mancanza di un sistema di conduzione impedisce lo sviluppo in altezza: le briofite sono piante di dimensioni piuttosto ridotte e con crescita generalmente orizzontale.

Le Pteridofite (felci) sono cormofite: sono costituite da un fusto, vere radici e foglie, e posseggono un sistema vascolare. Sono difatti le prime piante terrestri che hanno cominciato a differenziare un sistema di trasporto dei fluidi, permettendo così un ulteriore accrescimento in altezza a differenza dei muschi.
Le foglie portano sulla pagina inferiore parecchi sporangi riuniti in sori (cellule riproduttrici che germinando producono un nuovo individuo).

Phyllitis scolopendrium
Vediamo più da vicino la riproduzione delle piante.
Riproduzione vegetativa o riproduzione asessuale 
Si verifica per semplice divisione in due parti, oppure per distacco di sue porzioni di corpo (vedi le talee che abbiamo fatto in laboratorio). I nuovi individui così ottenuti sono tutti geneticamente identici tra loro e al genitore che li ha prodotti.
Riproduzione sessuale
È l'unione di due cellule riproduttive specializzate dette gameti, generalmente provenienti da individui diversi per formare una nuova cellula detta zigote. Si formano così individui geneticamente nuovi, differenti tra loro e da entrambi i genitori.

Le Gimnosperme sono un gruppo di piante vascolari che producono semi non protetti da un ovario. A differenza delle Angiosperme, i semi delle Gimnosperme non si formano all'interno di un ovario, che diventa il frutto, ma sono nudi e disposti sulle scaglie di un cono (o pigna), o di una struttura simile (come ad esempio i pinoli del pino domestico).
Nelle Angiosperme, l'ovario del fiore si trasforma in frutto dopo l'impollinazione e la fecondazione dell'ovulo. Il frutto ha funzione di proteggere e di contribuire alla dispersione dei semi in esso contenuti e di regolare il tempo della loro germinazione. Il fiore è l'organo che contiene l'apparato riproduttore della pianta. Generalmente le piante superiori hanno fiori ermafroditi in cui sono presenti contemporaneamente organi maschili e organi femminili, ma in alcuni casi i sessi sono separati (ortica, e kiwi portano fiori maschili e femminili su piante diverse), in altri ci sono i fiori di ambo i sessi sulla stessa pianta.
Il fiore è composto da uno o più pistilli che a loro volta costituiscono l'ovario che contiene gli ovuli e dallo stilo che riceve il polline dalla sua parte terminale detta stimma.

Disegno di G. Dose
Le varie parti del fiore si possono presentare in una varietà di modi:


Disegni di G. Dose
Prova a riconoscere questa varietà nelle foto che seguono:

Leucojum vernum
Pulsatilla - Stami numerosi con antere gialle, stilo di 3,5 - 5 mm
Soldanella - Fiori pendenti lilla, raramente bianchi; corolla lunga 10-15 mm, con frange arrotondate lunghe 1/3-1/4 di essa; stilo incluso nella corolla; stami con antere gialle (1,7-3,2 mm) a forma di lancia (2 punte divergenti alla base).
Genziana - Stami 5, inseriti sul tubo corollino, antere connate, di color giallo oro.
Papavero dei Tatra
Aster - Capolino con diametro di 3 - 4 cm. Fiori ligulati violetti, fiori tubulosi gialli.
Durante la fruttificazione i petali si separano rapidamente dal fiore al contrario dei sepali che spesso restano al loro posto. Gli stami appassiscono o cadono, ma possono anche persistere più o meno a lungo attorno al frutto. Il ricettacolo può diventare carnoso come nella fragola o avvolgente e edule come nella mela. Il calice può accompagnare il frutto nel suo sviluppo come in Physalis alkekengi dove accrescendo forma un involucro rigonfio. Le brattee involucrali possono fondersi a formare la parte del frutto come la cupola della ghianda.

Le dimensioni e la forma dei semi sono molto variabili: da semi appena visibili ad occhio nudo a semi giganteschi come quello della palma Lodoicea maldivica, che può pesare parecchi kg.

1A - Radici

Abbiamo studiato le radici. Un grande albero caduto rende possibile un'indagine ravvicinata. Clicca sulla foto per vedere i dettagli.




Qui invece vediamo come le radici di un albero cresciuto sulla riva di un piccolo corso d'acqua affondi in essa le sue radici.



1A - Tronchi

Cosa succede a un albero quando muore, o quando, per diverse ragioni, viene schiantato a terra?
Il legno è costituito da due componenti fondamentali: la ligninacellulosa insieme ad altre sostanze come pectine, resine, gomme, cere, sali minerali, acido tannico.
La cellulosa svolge funzione di sostegno e non di riserva nutrizionale. Cellulosa e lignina sono depositate nelle pareti delle cellule. Tutte le altre sostanze presenti hanno il compito di cementare le fibre tra loro e potenziare sostegno e rigidità.
Molte sono le cause che possono provocare il deterioramento del legno: abrasioni di origine meccanica e chimica, attacco di insetti xilofagi (tarli, termiti), di batteri e funghi.
Il legno è deteriorato da marciumi, ed attaccato da insetti come i Coleoptera, di cui molte specie hanno larve vivono nel legno nutrendosi di esso. Depongono le loro uova in crepe. Dopo pochi giorni le larve cominciano il loro pasto legnoso che può durare anni.









Il processo di decomposizione è una fase fondamentale del ciclo della materia che assicura il funzionamento e il mantenimento della stabilità degli ecosistemi terrestri. La decomposizione è condizionata e regolata sia dal tipo e dall’abbondanza degli organismi decompositori sia da altri fattori come il clima.
I tronchi caduti sono ospitano una microfauna particolare (insetti xilofagi, acari, nematodi ...), senza dimenticare formiche, termiti ed altri insetti che vi fanno il nido. Alcuni insetti, come i coleotteri scolitidi, attaccano piante ancor vive, debilitandole e concorrendo alla loro morte.