giovedì 31 maggio 2012

Concorso ANPI: la 2A ha vinto!


Ecco i rappresentanti della classe alla premiazione del concorso ANPI, con una bella borsa di studio in premio.
Mattia, Sara, Martina, Letizia e... Shirin dov'è?
Mattia, Sara, Martina, Letizia
Incrociamo le dita
Comitato d'Onore
And the winner is...
Qui il sito che ci è valso il premio.

mercoledì 30 maggio 2012

Martina ha inviato la sua soluzione per l'esercizio sulla piovosità. Clicca sull'immagine per ingrandirla.

Attrito

Riceviamo una relazione da Fabrizio a cui aggiungiamo una breve presentazione e i calcoli eseguiti oggi.

L’attrito si esercita tra le superfici di corpi a contatto. Per un corpo di peso P appoggiato su un piano orizzontale è chiamiamo coefficiente di attrito radente il rapporto tra la forza di attrito radente ed il peso P del corpo: coefficiente di attrito radente=Fr/P
(attento: questo è un caso particolare; in generale si usa la componente perpendicolare al piano di appoggio della risultante delle forze agenti sul corpo)
Il coefficiente d'attrito è una grandezza adimensionale e dipende dai materiali delle due superfici a contatto e dal modo in cui sono state lavorate.
L'attrito volvente è più piccolo di quello radente. Mentre quest'ultimo dipende dal reciproco strisciamento di due corpi solidi, quello volvente è dovuto al rotolamento dell'uno sull'altro. La superficie di contatto tra i due solidi è piccolissima in questo caso.

L’ATTRITO 
MATERIALI
Parallelepipedo 15x5x3 del peso di 250 g (con lati di diverse materiali: legno lucido, velluto, plastica), dinamometro, cilindri di acciaio.
PROCEDIMENTO
Aggancio il dinamometro al blocco e tiro orizzontalmente al piano del tavolo fino a smuovere il blocco; la superficie a contatto con il banco è la plastica. Poi ripeto con la superficie di legno lucido
OSSERVAZIONI
La forza per muovere il blocco è di 31,8 g (valore medio dopo una decina di misure).
La seconda misura dà (valore medio) 29,9 g.
L’ultima misura la facciamo con dei cilindri di acciaio sotto il blocco e la forza per spostare il blocco è praticamente nulla.
Calcolo il coefficiente di attrito radente nei due casi con la formula m=Fr/P e trovo:
coefficiente di attrito radente=31,8/250=0,127  e coefficiente di attrito radente=29,9/250=0,120
CONCLUSIONI
Ho determinato il coefficiente di attrito radente tra i diversi materiali. Ho capito che la forza per spostare il blocco è inferiore quando l’attrito è volvente. Con l’attrito volvente l’attrito è come si azzerasse.

FABRIZIO GREPPI 

martedì 29 maggio 2012

Terremoto di stamattina

Il link con tutti i dati del terremoto odierno.


Non è stata una prova, oggi. Era un vero terremoto. Com'è possibile che ci sia gente sghignazza anche in questi frangenti? Non vi sembra che si dovrebbe eseguire quanto si è imparato a fare cercando di fare meno rumore possibile in modo che si riesca a comunicare tra di noi?

venerdì 25 maggio 2012

Terremoti, vulcani e placche

Qui un'interessante serie di mappe con vulcani, terremoti e confini di placche.

mercoledì 23 maggio 2012

1A- Esperimenti

Cambiamenti di volume
Il fisico olandese W. J.Gravesande (1688-1742), professore di matematica e di fisica all'Università di Leida, progettò questo dispositivo per studiare la dilatazione dei solidi. Chi sa spiegare l'esperimento?
Temperatura ambiente
Spesso si sente parlare di “temperatura ambiente” per indicare la temperatura della stanza dove si sta.
Cosa succede se mettiamo un bicchiere con acqua a 32°C in una stanza alla temperatura di 24°C?
Noi abbiamo fatto la prova e ...


Mescoliamo due masse d’acqua uguali a temperature diverse
Abbiamo provato a fare un'ipotesi prima di mescolare e leggere la temperatura con il termometro.
C'era chi diceva la somma, chi la differenza, chi un valore intermedio tra le due temperature. Risultato sperimentale? Non abbiamo la somma o la sottrazione delle temperature delle masse d’acqua mescolate, ma la media.


Come avviene il trasferimento di calore
Le proprietà relative ai diversi modi di trasmissione del calore trovano larga applicazione nella vita quotidiana. Abbiamo messo un cubetto di ghiaccio su una superficie di legno, ed un altro cubetto uguale al primo su una lamina metallica. Ci siamo chiesti chi si sarebbe sciolto per primo.
Alcuni dicevano quello sul legno, altri quello sul metallo.
Cosa ci ha detto l'esperimento?
Se vuoi accelerare il processo di scongelamento di un cibo, è più conveniente utilizzare come piano d’appoggio una superficie di legno o una di metallo?

Sfera rovente in acqua fredda
Abbiamo preso una sfera riscaldata a lungo su una piastra elettrica, una pinza di legno, un fornello, un pentolino con dell’acqua, un termometro. Misurata con il termometro la temperatura dell'acqua, abbiamo immerso la sfera nel pentolino e misurato nuovamente la temperatura dell'acqua. L'acqua si è riscaldata. C'è stato un trasferimento di calore dalla sfera (più calda) al liquido (più freddo), verificando che il primo si raffredda e il secondo si riscalda. Il calore passa da un corpo più caldo ad uno meno caldo. Il primo si raffredda e il secondo si riscalda.

Il trasferimento di calore verso un corpo è sempre accompagnato da una variazione di temperatura?
Abbiamo studiato la fusione del ghiaccio mettendo della granita di ghiaccio in un imbto ed immergendo in essa il bulbo di un termometro. Abbiamo letto i valori per oltre un'ora (clicca per ingrandire):

Il grafico tempo-temperatura mostra una linea orizzontale che rappresenta il valore COSTANTE della temperatura durante la fusione. Solo quando il ghiaccio è scomparso la temperatura ha cominciato a crescere.
Dunque il trasferimento di calore non è sempre accompagnato da una variazione di temperatura. Questa resta costante si è in presenza di un cambiamento di stato (nel nostro caso, da solido a liquido: fusione).


martedì 22 maggio 2012

Placche e terremoti

Abbiamo parlato di Alfred Wegener che nel suo libro La formazione degli Oceani e dei Continenti (1915) espone la sua teoria sulla Deriva dei Continenti. Egli spiegò la formazione delle montagne, la distribuzione dei vulcani e dei terremoti. Secondo questa teoria, la litosfera sarebbe divisa in una ventina di frammenti rigidi e di diverse dimensioni: le Placche o Zolle. Queste sono come le tessere di un mosaico e si muovono l’una rispetto all’altra. Oggi le ricerche hanno mostrato l'esistenza, sul fondo degli oceani, di un’unica, grande e continua catena montuosa lunga circa 64.000 chilometri. Va dall’estremo nord fino a sud dell’Atlantico;aggira l’Africa, attraversa l’Oceano Indiano, passa tra l’Australia e Antartide fino alla sponda americana dell’Oceano Pacifico a sud della California.Si chiama Dorsale Oceanica e alla sua base c'è una spaccatura aperta verso l’interno della Terra.

Qui i materiali che useremo venerdì prossimo. Ci saranno fotocopie per tutti, ma sarà più comodo visualizzare sulla LIM alcune mappe:
Link pangea.

Cercheremo di rispondere ad alcune domande.
1- Qual è la distribuzione planetaria dei terremoti? 2-Sono concentrati in alcune aree ben definite?
3-Ha senso pensare che i continenti fossero in tempi remoti uniti in un’unica massa e che in seguito si sono frammentati allontanandosi fino alla posizione attuale? 4- Cosa c'è sul fondo degli oceani? 5- Dove sono i vulcani? 6- Cosa sono le placche?

Scienza Under 18 2012


lunedì 21 maggio 2012

Sicurezza e terremoti

DAL SITO DELL'INGV


COSA FARE...


Durante il terremoto 
• Se sei in luogo chiuso cerca riparo nel vano di una porta inserita in un muro portante (quelli più spessi) o sotto una traveTi può proteggere da eventuali crolli 

Riparati sotto un tavoloE’ pericoloso stare vicino ai mobili, oggetti pesanti e vetri che potrebbero caderti addosso 

• Non precipitarti verso le scale e non usare l’ascensoreTalvolta le scale sono la parte più debole dell’edificio e l’ascensore può bloccarsi e impedirti di uscire 

• Se sei in auto, non sostare in prossimità di ponti, di terreni franosi o di spiagge. Potrebbero lesionarsi o crollare o essere investiti da onde di tsunami 

• Se sei all’aperto, allontanati da costruzioni e linee elettriche. Potrebbero crollare 

• Stai lontano da impianti industriali e linee elettriche. E’ possibile che si verifichino incidenti 

• Stai lontano dai bordi dei laghi e dalle spiagge marine. Si possono verificare onde di tsunami 

• Evita di andare in giro a curiosare e raggiungi le aree di attesa individuate dal piano di emergenza comunale. Bisogna evitare di avvicinarsi ai pericoli 

• Evita di usare il telefono e l’automobile. E’ necessario lasciare le linee telefoniche e le strade libere per non intralciare i soccorsi



Dopo il terremoto 
• Assicurati dello stato di salute delle persone attorno a te. Così aiuti chi si trova in difficoltà ed agevoli l’opera di soccorso 

• Non cercare di muovere persone ferite gravemente. Potresti aggravare le loro condizioni 

• Esci con prudenza indossando le scarpe. In strada potresti ferirti con vetri rotti e calcinacci 

• Raggiungi uno spazio aperto, lontano da edifici e da strutture pericolanti. Potrebbero caderti addosso

domenica 20 maggio 2012

L'allungamento della molla

Scrive Fabrizio:


LA LEGGE DI HOOKE

MATERIALI:
Treppiede, dinamometro, pesi(da 50 g), righello.

PROCEDIMENTO:
Aggancio il dinamometro al treppiede, aggancio al dinamometro un peso e misuro con il righello.

OSSERVAZIONI:Ogni volta che aggiungiamo un peso la molla si allunga. L’allungamento della molla nel dinamometro, è: 3 cm.
Ripeto questa procedura aggiungendo un peso alla volta: l’allungamento della molla con 2 pesi è stato di: 6 cm e con tre pesi di 9 cm.

CONCLUSIONI:
A seconda del numero di pesi agganciati l’allungamento raddoppia, triplica, ecc.

Chi prova a fare un grafico? Chi lo commenta?

Grafici da commentare

Posto i grafici relativi a un problema discusso tempo fa (quello dei costi di manutenzione di un giardino). Cliccando sulle foto si ingrandiscono. Scrivete i commenti: ci sono degli errori nei grafici. Quali?
Cosa possiamo dire invece dell'andamento del grafico? Riconoscete qualcosa?
Samuele

Mattia

Fabrizio

Veronica

Terremoti in Pianura Padana?

Sì, purtroppo. La Val Padana è il confine più settentrionale della placca africana la quale spinge e si scontra con la placca euroasiatica. Da questo attrito costante, con gli Appennini che vanno contro le Alpi, nascono i terremoti nella nostra grande pianura. Il più violento terremoto di cui si abbia traccia è del 1695 ed è avvenuto nell'Asolano con una magnitudo di 6.6 gradi Richter. Nel Veronese si ebbe, nel 1117 , un sisma di  6.4 gradi. A Brescia nel 1222 uno di 6 gradi. Se però le aree centrali della pianura e quelle a Ovest sono  generano terremoti di contenuta intensità, a Est, in Friuli, dove c'è una convergenza tra le placche da cui si sprigionano movimenti della crosta più violenti. Nel 1976 in Friuli ci fu un devastante terremoto di 6.4 gradi.

Ecco i dati dell'INGV:

Un terremoto di magnitudo 5.9 è avvenuto alle ore 04:03:52 italiane del giorno 20/Mag/2012 (02:03:52 20/Mag/2012 - UTC). Il terremoto è stato localizzato dalla Rete Sismica Nazionale dell'INGV nel distretto sismico: Pianura padana-emiliana.
Magnitudo 5.9
Data-Ora 20/05/2012 alle 04:03:52 (italiane) 20/05/2012 alle 02:03:52 (UTC)
Coordinate 44.89°N, 11.23°E Profondità 6.3 km

L'Appennino emiliano-romagnolo si estende anche sotto la pianura, sotto sedimenti portati dal Po e dai suoi affluenti. E' una catena a “falde”, composta da grandi pieghe, che si è formata in un arco di tempo che dal Cretaceo ossia da un centinaio di milioni di anni, fino ad oggi.
E' in atto la collisione tra due blocchi di crosta terrestre, la zolla europea (o sardo-corsa), e la piccola placca Padano-Adriatica.
La Sardegna e la Corsica, che formano la zolla sardo-corsa, un tempo erano attaccate alla Francia (vedi disegno 1 in alto a sinistra) e ad un certo punto sono “scivolate” verso la loro posizione attuale. La placca Padano-Adriatica invece, era la punta più avanzata dell’Africa. La catena appenninica deriva così dalla complessa deformazione dei sedimenti deposti durante questa evoluzione. Anche l’area padana è coinvolta nelle fasi deformative . La progressiva migrazione delle falde verso est provoca una profonda deformazione anche nell’area padana, che continua ancora ai nostri giorni.


Clicca sull'immagine per ingrandire. Leggi l'articolo completo di Bignami.


giovedì 17 maggio 2012

Let's toast with tap water

Finalmente il progetto dei ragazzi che l'anno scorso sono andati in California al Summit di Algalita si è concretizzato con l'arrivo delle brocche. Dopo aver eseguito i test con il Kit Acquatest e aver ricevuto il via libera dalla ASL che ha certificato la qualità dell'acqua della nostra scuola (con i dati appesi in mensa), a mensa da lunedì beviamo freschissima acqua di rubinetto:







mercoledì 16 maggio 2012

Proporzionalità e altro: applets per capire meglio

1- Ecco l'applet per rifare il lavoro di laboratorio con la bilancia. Leggi bene come fare.

2- Poi ancora il piano inclinato: scegli un angolo di 20° e fai partire. vedrai il dinamometro segnare un certo valore. Metti in pausa e spunta "vettori forza" per ottenere la scomposizione della forza peso (in fucsia) nella componenet parallela al piano (blu) e perpendicolare al piano (rossa). Per equilibrare queste due forze occorrono quella verde e quella marrone. Poi resetta e cambia l'angolo: 40°. Fai partire e poi guarda come cambia la scomposizione delle forze.

3- Esperimento virtuale con la molla: raccogli i dati e costruisci il grafico.

4- Sommiamo due le forze e tre forze.

martedì 15 maggio 2012

Proporzioni: a cosa servono?

Dall'eserciziario del libro di testo vediamo insieme un po' di applicazioni.

Durante la fotosintesi clorofilliana, grazie all’energia solare, le foglie delle piante producono
glucosio, C6H12O6, e ossigeno, O2, a partire dall’anidride carbonica, CO2, e dall’acqua, H2O, 
secondo la seguente reazione:
6 CO2 + 6 H2O --> C6H12O6 + 6 O2
Considerando le quantità di sostanze coinvolte nella reazione abbiamo:
264 g di CO2+ 108 g di H2O à 180 g di C6H12O6 + 192 g  di O2
Sapendo che per produrre 180 g di glucosio occorrono 673 kcal sotto forma di energia solare, e vengono assorbiti 264 g di anidride carbonica, calcola quante kcal devono essere utilizzate per produrre 1 kg di glucosio e quanti g di anidride carbonica. 
[Trasformare i kg in grammi, poi procedere con proporzioni]

[3738,88 kcal; 1466,66 g di CO2]

Durante la respirazione cellulare che avviene nei mitocondri delle nostre cellule, il glucosio si combina con l’ossigeno, producendo anidride carbonica, vapore acqueo ed energia, secondo la seguente reazione:
C6 H12 O6 + 6 O2 --> 6CO2 + 6 H2O
Considerando le quantità di sostanze coinvolte nella reazione abbiamo:
180 g        + 192 g  -->  264 g + 108 g
Praticamente, ogni 180 g di glucosio “bruciati”, vengono consumati 192 g di ossigeno e si producono 264 g di anidride carbonica e 108 g di vapore acqueo che vengono espulsi all’esterno con l’aria espirata. Ti si chiede di calcolare quanti g di ossigeno vengono consumati e quanti g di anidride carbonica e di vapore acqueo vengono prodotti dal consumo di 900 g di glucosio. [Suggerimento: risolvere con proporzioni.]

[960 g di ossigeno; 1320 g di anidride carbonica; 540 g di vapore acqueo]

Il testo della verifica di scienze

Per chi volesse rivedere la verifica di Scienze, si può scaricare il file qui.
L'immagine è la stessa del libro (nel file non sono visibili le linee sulle quali scrivere le etichette).

Essere un albatros

Gli albatri (o albatros) sono uccelli oceanici, tra i più grandi della Terra. L'albatro urlatore ha l'apertura alare più grande del mondo. Sono efficientissimi volatori e sanno sfruttare le correnti. Mangiano seppie, pesci e krill. Popolano le isole più remote e nidificano su rocce scoscese. Sono monogami: una volta scelta la compagna o il compagno, sono fedeli per tutta la vita; depongono un solo uovo all'anno. Con ali e coda parzialmente nere, misura circa 1,20 metri e l'apertura alare può raggiungere i tre metri e mezzo. La testa è grande e il becco è robusto e ad uncino. Gli albatri urlatori sono particolarmente longevi e vivono mediamente trent'anni. Non si riproducono prima dei 7-8 anni. La riproduzione può avvenire solo ad anni alterni sia perché il tempo di incubazione è di 11 settimane) e perché il pulcino impiega 40 settimane prima di prendere il volo. È una specie migratrice e pelagica.

Noi abbiamo costruito, ingrandendo un disegno e riportandolo su un cartone da imballaggio, le ali dell'albatro. Le abbiamo indossate per avere un'idea delle dimensioni di questo straordinario animale. Clicca sulle foto per ingrandirle.

















mercoledì 9 maggio 2012

Le forze

Oggi in laboratorio abbiamo cominciato a studiare le forze.

 Il tiro alla fune
Equilibrio tra le due squadre


Le due carrucole:



PULCINI!

Sono nati!

lunedì 7 maggio 2012

Come Michael Jackson

Guarda questo video:


Soluzioni delle prove INVALSI

Venerdì scorso abbiamo fatto la simulazione delle prove. Per chi non c'era oggi, e anche per rivedere con più calma le correzioni, questo è il link delle soluzioni. 
Attento! Nella nostra prova non ci sono tutte le domande: mancano infatti la 25 e la 26!