martedì 31 maggio 2011

martedì 24 maggio 2011

Com'è fatto il fiore di giglio

Ne abbiamo smontato uno per vederne le parti:
stami, antere, stilo, stimma, ovario, polline, cellule uovo.
Passa il puntatore del mouse sulle foto per leggere la didascalia.

martedì 17 maggio 2011

Laboratori per Scienza Under 18

Cos'è Scienza Under 18?
Scienza under 18 è nata per trovare la soluzione ad un problema: come dare agli studenti un ruolo da protagonisti e uno spazio in cui potessero presentare i lavori scientifici realizzati a scuola durante l'anno scolastico. Quindi:
- dare spazio "scientifico" agli studenti
- mettere in comune esperienze diverse
- far incontrare alunni e docenti di scuole diverse

Da queste riflessioni è nata l'idea del modello di "Scienza under 18", una mostra scientifica interattiva. Nel corso degli anni, rispetto al tipo di presentazione proposta, i progetti sono stati presentati sotto diverse modalità:

- Exhibit - progetti interattivi
- Sezione multimediale
- Simposio
- Teatro scientifico
- Fotografia scientifica
- Collezioni scientifiche
- Robotica
- Giornalismo scientifico
- Sfide alla Scienza
- Lezioni laboratorio

Per poter realizzare una manifestazione di questo tipo ogni scuola partecipante si deve cimentare con problemi riguardanti:
- la progettazione
- le tecniche di comunicazione
- l'organizzazione degli strumenti e del materiale
- la preparazione degli studenti ad una esposizione chiara, efficace, accattivante e adeguata alle conoscenze del visitatore


In più, quest'anno per le scuole visitatrici di Scienza Under 18 sono previsti dei LABORATORI:
10.00-11-00 SMS Breda Sesto 1A (25 alunni)
11.00-12.00 SMS Breda Sesto Gruppo Terze e Laboratorio (15 alunni)



La Composite

Oggi abbiamo studiato le Composite osservando una piantina di Matricaria a occhio nudo e al microscopio. Le caratteristiche generali sono illustrate qui:


L'osservazione ravvicinata ha messo in evidenza l'esistenza di piccoli fiori. La Matricaria che è formata da centinaia di minuscoli fiori, ciascuno dei quali dotato di stami e pistillo e disposti sul capolino secondo spirali (vedi le foto sottostanti). Il capolino o infiorescenza è la struttura composta da tutti i fiorellini. Quelli bianchi che alcuni di noi chiamavano impropriamente "petali" sono invece i fiori ligulati; i fiori gialli dell'infiorescenza si chiamano invece flosculi.





Nelle Composite la struttura è molto diversa da quella del giglio (qui sotto un giglio martagone), dove stilo, stgma, stami ed antere sono ben visibili:


domenica 15 maggio 2011

Botanica in giardino - FOGLIE

Abbiamo fatto qualche foto alle foglie di platano (ingrandimento 20x).
Nella pagina inferiore è ben visibile la nervatura. Sezionandola, abbiamo visto che è fatta di tanti tubicini.


Botanica in giardino - PIANTE ED ARBUSTI

Nel giardino della nostra scuola ci sono ippocastani (la specie più frequente), platani e querce. Abbiamo qualche conifera e degli intrusi: gli ailanti. Poi ci sono ligustri, caprifogli, forsizie, rose e sulla cancellata di confine con il palazzo di fronte una siepe di Trachelospermum jasminoides detto comunemente falso gelsomino o rincospermo.
Una ghianda germogliata:

Due ghiande:



Foglie di quercia:
I ricci dell'ippocastano da poco formati:




Un fiore del falso gelsomino:

Una ghianda aperta:

Una nuova piantina di quercia:

Botanica in giardino - FELCI

Abbiamo fatto osservazioni botaniche in giardino e in classe, anche con il microscopio.

LE FELCI

Le felci hanno una struttura composta da radici, fusto e foglie, tessuti vascolari. Non possiedono invece fiori e semi, ma si riproducono per mezzo di spore e per questo sono collocate fra le crittogame. Le fronde sono fornite di stomi e tessuto fotosintetico spugnoso. Sono le prime piante terrestri che hanno cominciato a differenziare un sistema di trasporto dei fluidi rendendo possibile un accrescimento in altezza.
Il ciclo vitale delle felci con la liberazione delle spore dagli sporangi maturi (gli sporangi sono raggruppati in sori sulla pagina inferiore delle foglie, nelle nostre foto si vede la differenza tra quando compaiono e quando sono maturi).



Queste spore sono in grado di germogliare e di produrre un protallo, una specie di fogliolina a forma di cuore sulla quale ci sono i rizoidi, gli archegoni e gli anteridi. Gli anteridi si aprono e liberano cellule dette anterozoi che nuotano nel velo d'acqua necessario per questo processo (le felci hanno bisogno dell'acqua per riprodursi) dirigendosi verso l'archegonio e fecondano le cellule uovo. Dalla cellula uovo fecondata si sviluppa lo sporofito e il ciclo riprende.
(immagine di http://www.funsci.com: cliccaci sopra per ingrandire)

Ulteriori ingrandimenti degli sporangi si possono vedere in queste immagini del sito http://www.naturamediterraneo.com/forum/topic.asp?TOPIC_ID=133212:


lunedì 9 maggio 2011

La domesticazione del cane

Ho letto un articolo sulla domesticazione del cane (troppo difficile per la scuola media) ma di cui riassumo alcuni passaggi molto interessanti.

IMPORTANZA DEL CANE
Il Canis familiaris L. è ritenuto il primo animale domestico. Associato all’uomo in tutti i continenti e in tutte le civiltà, il cane ha influenzato in modo determinante la caccia, rendendola più produttiva ed efficace, e ha permesso lo sviluppo dell'allevamento di bovini e ovini, impossibile senza la sua custodia.


ORIGINE DEL CANE
Il problema dell’origine del cane è aperto sin dai tempi di Charles Darwin. L’elevatissima variabilità morfologica (cioè le grandi differenze dell'aspetto) fece pensare in passato che questa specie domestica derivasse dall’ibridazione di canidi selvatici diversi, soprattutto il lupo e lo sciacallo. Tale fu l’ipotesi avanzata da Charles Darwin, poi sostenuta da Konrad Lorenz
In tempi recenti i dati genetici, derivati dallo studio del DNA dei cani e dei lupi, hanno mostrato chiaramente che tutti i cani derivano invece dal lupo (Canis lupus).

DOVE COMINCIO' LA DOMESTICAZIONE?
Ci chiediamo però se ci furono più luoghi nei quali la domesticazione ebbe inizio, o se invece ci fu una sola comunità di uomini dove il processo ebbe inizio per poi diffondersi. Possiamo riferirci alle pitture rupestri.
In area Franco-Cantabrica, e anche in Italia, tra circa 30.000 e 15.000 anni fa, non vi è traccia di cani, nonostante siano presenti diverse scene di caccia e siano raffigurati numerosi animali della fauna quaternaria, tra cui lupi. Il cane non esisteva ancora in Europa. Le prime raffigurazioni che ritraggono con certezza cani si datano intorno a 11-10.000 anni fa circa e si trovano in Spagna e Libia. Sono scene che mostrano cani e cacciatori con arco e frecce nella caccia a grandi mammiferi selvatici.
I dati paleontologici dicono che a partire da circa 10.000 anni fa, comunque, il cane era diffuso in tutta l’Eurasia, l’Africa, il Nord America, e l’Australia. La sua diffusione sembrerebbe quindi essere stata estremamente rapida.

E IN ITALIA?
I dati suggeriscono che popolazioni di lupi presenti tra 15.000 e 10.000 anni fa nelle steppe dell’Europa del Sud e dell'Est fornirono linee materne che contribuirono allo sviluppo dei cani. In corrispondenza dei periodi più freddi la migrazione di lupi e di gruppi di cacciatori-raccoglitori dall’Europa sud-orientale all’Italia doveva essere grandemente facilitata dal ritiro del mare Adriatico e dall’ambiente di steppa, mentre l’unico parziale ostacolo era il fiume Po, ghiacciato però in inverno.

COME AVVENNE IL PASSAGGIO DAL LUPO AL CANE?
Tra i cacciatori preistorici e i lupi non vi era all'inizio la rivalità che poi si sviluppò tra antichi allevatori e lupi, dopo l’addomesticamento del bestiame. L’ipotesi che i lupi fossero relativamente tollerati dai cacciatori-raccoglitori preistorici viene suggerita da alcune testimonianze relative agli Indiani delle praterie americane dell’inizio del 1800, che sembra ammettessero branchi di lupi presso i loro accampamenti ed interazioni tra cane e lupo. Alla caccia di bisonte e cervo il lupo poteva collaborare.
Possiamo quindi immaginare che anche nel Paleolitico Superiore i branchi di lupi che convivevano con tribù di cacciatori-raccoglitori sviluppassero con essi, nel corso dei millenni, una sorta di simbiosi *. Da questi lupi “simbiotici”si svilupparono i primi cani, molto simili a lupi. A partire da 8.000 anni fa circa in Europa, con la domesticazione del bestiame, il lupo non fu più tollerato vicino agli uomini, l’ibridazione tra cane e lupo fu scoraggiata e questo condusse sia all’isolamento genetico del cane sia alla drastica riduzione della diversità genetica dei lupi.

*
Con il termine simbiosi (dal greco sun e bios cioè vita insieme) si indica la relazione che si instaura tra due individui di specie differenti, tesa ad un beneficio reciproco o di uno almeno dei partner senza che l’altro ne riceva danno.

INVALSI PRIMA MEDIA

Come promesso, un link con la correzione della prova dell'altro giorno. faremo la correzione anche in classe, ma così ciascuno può riguardarsi le soluzioni con calma.

mercoledì 4 maggio 2011

ALLA PALAZZINA LIBERTY

Un reportage di Fabrizio:

Siamo andati alla Palazzina Liberty a Milano, per vedere uno spettacolo di nome “La danza nel tempo”.
Abbiamo ascoltato l’orchestra che suonava vari tipi di musica, e guardato lo spettacolo dove c’era una ballerina che ad ogni canzone cambiava il vestito dal Tutù ad un abito da sera e di conseguenza cambiava il modo di ballare.
Tra una canzone all’altra la ballerina ci spiegava dei passi di danza mentre un componente dell’orchestra ci spiegava dei particolari sulla canzone che avevamo appena ascoltato.
Tra i vari pezzi ascoltati quello che mi è piaciuto di più è stato l’imitazione del suono della macchina da scrivere fatto con un particolare strumento.
Secondo me questa uscita è stata importante soprattutto per capire meglio alcuni aspetti musicali, ed è stato molto bello partecipare ad uno spettacolo in compagnia dei miei compagni di classe.

Fabrizio Greppi

I Cani 3

Oggi abbiamo parlato di aggressività, di razze canine e di come convincere un cane ad eseguire un compito. Abbiamo detto tantissime altre cose, che scriveremo nei commenti.



Intanto leggi il resoconto postato da Martina sul secondo incontro con i cani.

domenica 1 maggio 2011

Le piante

Abbiamo cominciato a studiare le piante e le abbiamo classificate come organismi autotrofi. Ma cosa vuol dire? Di cosa si nutrono le piante?
Questi video che ci suggeriscono alcuni esperimenti per rispondere alle domande che ci siamo posti:






I video sono tratti dal canale youtube di scuolanetwork. Il narratore chiama passo 1 la tecnica di ripresa che ci consente di accelerare i fenomeni osservati.

Le pigne

Lo strobilo, nome scientifico del cono o pigna, è una struttura vegetale formata da brattee legnose nelle quali alloggiano i semi delle Gimnosperme.
Osservandole bene si osserva un andamento a spirale. Noi le abbiamo dipinte per evidenziarle.
Le brattee delle pigne si dispongono in due serie di spirali dal ramo verso l'esterno, una in senso orario e l'altra in senso antiorario.



Figlio di un commerciante, Leonardo Fibonacci (figlio di Bonacci) apprese dagli Arabi i principi dell'algebra, e il calcolo dai maestri di Algeri, cui era stato affidato dal padre. E' famoso per la serie detta appunto di Fibonacci:

1, 2, 3, 5, 8, 13, 21, 34, 55, 89, 144, 233, 377, 610, 987, 1597, 2584, 4181, 6765, 10946, 17711, 28657, 46368, 75025, 121393...

Ogni nuovo numero è la somma dei due che lo precedono (escludendo i primi due). Ci sono molte curiosità su questi numeri.

Prendiamo per esempio il 21. Il quadrato di 21 è 21x21=441; prendi adesso il numero che precede nella serie il 21, e poi il numero che lo segue. Questi numeri sino 13 e 34; se li moltiplichi trovi 13x34=442, che è il quadrato di 21 aumentato di 1. Prova con altri numeri: 5 per esempio. 5x5=25; 3x8=24; 24 +1=25. Ancora: 144x144=20736; 289x233=20737; 20737-1=20736.

Se un qualsiasi numero della serie è elevato al quadrato, questo è uguale al prodotto tra il numero che lo precede e quello che lo segue, aumentato o diminuito di una unità.

Molte piante hanno un numero di petali pari ai numeri di Fibonacci. Il lilium e l'iris ne hanno 3, l'aquilegia 5, il delphinium 8. I numeri di Fibonacci si possono anche vedere nel numero di semi presenti in alcuni fiori.
Uno studio su oltre 4 mila pigne di dieci specie di pino ha rilevato che oltre il 98% di esse conteneva un numero di Fibonacci nelle spirali che si diramavano in ogni direzione. Il motivo di questo fenomeno sembra dovuto al fatto che questa disposizione forma un impacchettamento ottimale delle brattee.
Inoltre, i due numeri erano adiacenti, o adiacenti saltandone uno, nella sequenza di Fibonacci, per esempio 8 spirali in un senso e 13 nell'altro, o 8 spirali in un senso e 21 nell'altro.

Approfondimenti con animazioni: