lunedì 9 maggio 2011

La domesticazione del cane

Ho letto un articolo sulla domesticazione del cane (troppo difficile per la scuola media) ma di cui riassumo alcuni passaggi molto interessanti.

IMPORTANZA DEL CANE
Il Canis familiaris L. è ritenuto il primo animale domestico. Associato all’uomo in tutti i continenti e in tutte le civiltà, il cane ha influenzato in modo determinante la caccia, rendendola più produttiva ed efficace, e ha permesso lo sviluppo dell'allevamento di bovini e ovini, impossibile senza la sua custodia.


ORIGINE DEL CANE
Il problema dell’origine del cane è aperto sin dai tempi di Charles Darwin. L’elevatissima variabilità morfologica (cioè le grandi differenze dell'aspetto) fece pensare in passato che questa specie domestica derivasse dall’ibridazione di canidi selvatici diversi, soprattutto il lupo e lo sciacallo. Tale fu l’ipotesi avanzata da Charles Darwin, poi sostenuta da Konrad Lorenz
In tempi recenti i dati genetici, derivati dallo studio del DNA dei cani e dei lupi, hanno mostrato chiaramente che tutti i cani derivano invece dal lupo (Canis lupus).

DOVE COMINCIO' LA DOMESTICAZIONE?
Ci chiediamo però se ci furono più luoghi nei quali la domesticazione ebbe inizio, o se invece ci fu una sola comunità di uomini dove il processo ebbe inizio per poi diffondersi. Possiamo riferirci alle pitture rupestri.
In area Franco-Cantabrica, e anche in Italia, tra circa 30.000 e 15.000 anni fa, non vi è traccia di cani, nonostante siano presenti diverse scene di caccia e siano raffigurati numerosi animali della fauna quaternaria, tra cui lupi. Il cane non esisteva ancora in Europa. Le prime raffigurazioni che ritraggono con certezza cani si datano intorno a 11-10.000 anni fa circa e si trovano in Spagna e Libia. Sono scene che mostrano cani e cacciatori con arco e frecce nella caccia a grandi mammiferi selvatici.
I dati paleontologici dicono che a partire da circa 10.000 anni fa, comunque, il cane era diffuso in tutta l’Eurasia, l’Africa, il Nord America, e l’Australia. La sua diffusione sembrerebbe quindi essere stata estremamente rapida.

E IN ITALIA?
I dati suggeriscono che popolazioni di lupi presenti tra 15.000 e 10.000 anni fa nelle steppe dell’Europa del Sud e dell'Est fornirono linee materne che contribuirono allo sviluppo dei cani. In corrispondenza dei periodi più freddi la migrazione di lupi e di gruppi di cacciatori-raccoglitori dall’Europa sud-orientale all’Italia doveva essere grandemente facilitata dal ritiro del mare Adriatico e dall’ambiente di steppa, mentre l’unico parziale ostacolo era il fiume Po, ghiacciato però in inverno.

COME AVVENNE IL PASSAGGIO DAL LUPO AL CANE?
Tra i cacciatori preistorici e i lupi non vi era all'inizio la rivalità che poi si sviluppò tra antichi allevatori e lupi, dopo l’addomesticamento del bestiame. L’ipotesi che i lupi fossero relativamente tollerati dai cacciatori-raccoglitori preistorici viene suggerita da alcune testimonianze relative agli Indiani delle praterie americane dell’inizio del 1800, che sembra ammettessero branchi di lupi presso i loro accampamenti ed interazioni tra cane e lupo. Alla caccia di bisonte e cervo il lupo poteva collaborare.
Possiamo quindi immaginare che anche nel Paleolitico Superiore i branchi di lupi che convivevano con tribù di cacciatori-raccoglitori sviluppassero con essi, nel corso dei millenni, una sorta di simbiosi *. Da questi lupi “simbiotici”si svilupparono i primi cani, molto simili a lupi. A partire da 8.000 anni fa circa in Europa, con la domesticazione del bestiame, il lupo non fu più tollerato vicino agli uomini, l’ibridazione tra cane e lupo fu scoraggiata e questo condusse sia all’isolamento genetico del cane sia alla drastica riduzione della diversità genetica dei lupi.

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Con il termine simbiosi (dal greco sun e bios cioè vita insieme) si indica la relazione che si instaura tra due individui di specie differenti, tesa ad un beneficio reciproco o di uno almeno dei partner senza che l’altro ne riceva danno.

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