giovedì 25 novembre 2010

L'esperimento delle tre vaschette

Nicolò ha fatto un esperimento. Chi vuol provare a raccontare quello che abbiamo fatto in classe?

Fusione del ghiaccio e superfici

Oggi ci siamo chiesti: si scioglie prima un pezzo di ghiaccio sulla cattedra (che è fatta di laminato plastico) o su una superficie di metallo (acciaio inox)?
Su 23 , 17 hanno detto: sulla cattedra, mentre 6 hanno detto: sull'acciaio.
Prima di procedere all'esperimento, è stato chiesto di toccare il piano del banco e poi la gamba metallica del banco stesso, e di comunicare la sensazione. Tutti hanno detto: la gamba di metallo è "più fredda".
Poi abbiamo messo due cubetti identici di ghiaccio uno sulla cattedra e l'altro su una superficie metallica. Ecco il risultato (sulla cattedra a sinistra, sul piano di acciaio a destra):


Nella foto i due pezzi (identici) di ghiaccio a confronto. Il ghiaccio sull'acciaio si scioglie per primo. Perché? L'acciaio è un buon conduttore di calore, la plastica no. La plastica è un isolante. Tutti hanno detto che per cucinare si usano attrezzi con il manico di legno o plastica, o tutti in legno, per evitare di scottarsi. Per prendere una pentola o un coperchio usiamo le presine per non scottarci.
Eppure, nonostante tutti siano convinti di ciò, circa il 74% della classe ha fatto una previsione errata. Ciò che ha tratto in inganno la maggior parte della classe è che al tatto il metallo sembra più freddo ma ATTENZIONE! ciò non va confuso con il suo reale stato termico! Plastica e metallo hanno la stessa temperatura, quella dell'aula. Il metallo però favorisce la propagazione del calore (provocando in noi, quando lo tocchiamo, una sensazione di freddo: la temperatura del nostro corpo è superiore a quella dell'ambiente).
Riassumendo, il metallo, che ha una elevata conducibilità termica, cede calore al ghiaccio molto rapidamente (la superficie di metallo è alla stessa temperatura dell'aula, circa 22°C), per cui il ghiaccio si scioglie molto più velocemente sulla lastra di metallo di quanto non accada sul foglio di polistirolo. D'altra parte, per trasportare il gelato si usano contenitori di polistirolo e non di metallo!
Alla luce di queste esperienze risulta più semplice la corretta interpretazione della diversità delle sensazioni tattili: il corpo umano (la nostra pelle) è ad una temperatura maggiore di quella della gamba di metallo e del tavolo di laminato plastico, il metallo rapidamente acquista calore dal nostro corpo considerato come sorgente di calore a temperatura costante e quindi la mano sente subito la "sottrazione di calore" con conseguente sensazione di freddo.

martedì 23 novembre 2010

Espressioni

Non sei ancora sicuro sulle regole? Ripassa le espressioni in video.

domenica 21 novembre 2010

Mele (gruppo di alternativa)

La volta scorsa abbiamo parlato di mele ed abbiamo raccolto molte storie sulle mele, e molte immagini famosissime (la storia di Johnny Appleseed è invece in questo post).

La mela della casa discografica dei Beatles e della Apple Computer:

La mela che costò ad Adamo ed Eva la cacciata dal Paradiso Terrestre (qui nella rappresentazione di Lucas Cranach):


La leggendaria mela che cadendo in testa a Newton lo portò alla formulazione della teoria della gravitazione universale (con il "doodle" di Google che celebra l'evento):


La mela avvelenata di Biancaneve:

venerdì 19 novembre 2010

L'esperimento di Martina

La sequenza fotografica realizzata da Martina illustra le fasi di un esperimento.
Chi prova a raccontare quello che è successo (molti hanno fatto a casa la stessa prova):


Alejandro documenta la spinta di Archimede

La documentazione fotografica di Alejandro mostra che quando i pesi sono immersi in acqua il dinamometro indica un peso inferiore:

(foto in via di elaborazione)


Chi vuole raccontare tutto l'esperimento?

martedì 16 novembre 2010

Puzzle

Prova a fare questo puzzle. Chi è?

Il colpevole

Beccato il colpevole!
Un bruco verde, solidamente ancorato alle foglie di Chlorophytum, che pasteggiava senza ritegno (foto 1-2, visione anteriore; foto 3, visione posteriore; foto 4-5, escrementi):




lunedì 15 novembre 2010

John Appleseed

Dopo aver studiato amidi e patate, i ragazzi dell'ora di Alternativa stanno studiando le mele, cominciando dalla storia di Johnny Semedimela, un personaggio del folklore americano.
John Chapman (1774-1847) divenne noto come Johnny Appleseed (italianizzato in Giovannino Semedimela) a causa della sua abitudine di piantare meli.
Dagli inizi del XIX secolo cominciò ad esplorare le regioni selvagge dell'Ovest statunitense piantando, lungo il cammino, migliaia di semi di mele che si era procurato in Pennsylvania, presso i produttori di sidro. Da allora in poi spese l'intera vita prendendosi cura degli alberi da lui stesso piantati su un territorio vastissimo di centinaia di chilometri quadrati. Le mele di quegli alberi non erano come quelle che conosciamo oggi, prodotte per innesto ma erano piccoli frutti a quei tempi utilizzati soprattutto per la produzione di sidro e di un suo derivato chiamato applejack. Si narra che Chapman vivesse una vita sobria e selvaggia, immerso nella natura che amava e rispettava: dormiva spesso in mezzo ai boschi o lungo i torrenti, per vivere si accontentava di poco e spesso scambiava gli alberi ed i frutti del melo con vestiti o altri generi di necessità.
Il suo carattere mite, gentile e generoso (viaggiava disarmato e riuscì sempre a stabilire rapporti di amicizia con gli indiani) e la sua sincera spiritualità, uniti ad un aspetto assai eccentrico - sembra che camminasse scalzo e che usasse una vecchia pentola come copricapo - contribuirono a farne una figura leggendaria, celebrata in decine di canzoni popolari, opere letterarie, film, fumetti e cartoni animati.*
Ecco, dal sito di Enchanted Learning, una mappa degli Stati Uniti con i luoghi del nostro Semedimela: in giallo il Massachusetts, dov'è nato; in verde Ohio, Pennsylvania, Kentucky, Illinois, e Indiana, dove c'erano i suoi vivai; con i confini in rosso l'Indiana, dov'è sepolto.


Ecco in due parti il cartone animato dedicato da Walt Disney a Johnny Appleseed:



*da Wikipedia

Laboratorio 2

Sono cominciate anche per il secondo gruppo le attività di laboratorio.
Oggi abbiamo trovato una sorpresa in aula: un bruco aveva gozzovigliato con le foglie di alcune piantine preparate per l'Open Day. Del suo lauto pranzo aveva lasciato tracce consistenti: una bella serie di escrementi sul tavolo!
Ci siamo chiesti se fossero davvero tracce del pasto ed allora le abbiamo guardate al microscopio. Si vedevano chiaramente dei residui di foglie.
In zoologia è molto importate l'analisi degli escrementi, o fatte, degli animali. Si possono ricavare informazioni sulla dieta o sulle cause di eventuali malattie dell'animale.
Chi ha visto Jurassic Park si ricorderà che la paleobotanica Ellie Sattler trova delle piante e dice che sono tossiche (These are West Indian Lilacs. This is toxic).
Il Veterinario Dr. Harding le risponde che lo sa, ma che gli animali non le mangiano (We know, but the animals don't eat them). Allora Ellie gli dice che c'è solo un modo per verificarlo: andare a vedere cosa c'è nella cacca del Triceratopo (There's only one way to find out. I'd have to see the animal's droppings). E infatti ha la conferma dei suoi sospetti!
Noi non abbiamo escrementi di dinosauro, ma qualche foto di quelle di aquila reale (Aquila chrysaetos) con resti di lepre (Lepus europaeus) e di gufo reale (Bubo bubo) con resti di ghiro (Glis glis):



Proveremo a fotografare gli escrementi del bruco!
Poi siamo passati a studiare la capillarità e i vasi comunicanti.

(foto di A.Ri.F. Associazione Rilevatori Faunisti)

giovedì 11 novembre 2010

Ghiaccio blu

In attesa del video (in fase di caricamento su youtube) qualche foto di oggi:





lunedì 8 novembre 2010

Un nuovo gioco

Un nuovo gioco con le moltiplicazioni.
In basso ti appare:
? * ? = numero
Tu devi cliccare su due numeri scritti nei quadratini in modo che il loro prodotto dia il numero assegnato.
Es. ? * ? = 10 dovrai cliccare 2 e 5.

PRIMI LAVORI DI ALTERNATIVA

Abbiamo scoperto che nella polenta c'è l'amido.
Aggiungendo tintura di iodio alla farina di mais, questa assume un colore blu-viola.
Guardando al microscopio, si vedevano i granuli di amido.

scritto da Giacomo e Vittoria - 2C

giovedì 4 novembre 2010

Alluminio, ottone e ghiaccio

Oggi abbiamo misurato e pesato dei cilindri di materiali diversi (ottone e alluminio). I cilindri avevano dei difetti (piccole cavità, bordi smussati) che rendono imprecisa la misura: il calcolo del loro volume con la formula geometrica ne risente.





Dobbiamo calcolare il peso specifico. Nell'attesa dei risultati abbiamo provato a mettere in acqua i campioni di legno della volta precedente, i chiodini e poi del ghiaccio: legno e ghiaccio galleggiavano, alluminio, ottone e oggetti di ferro andavano a fondo.
Poi abbiamo messo in un liquido sconosciuto (la prof non faceva vedere la bottiglia da cui lo versava) che sembrava acqua il ghiaccio: andava a fondo!
Abbiamo stabilito che non poteva essere acqua e scoperto, alla fine, che si trattava di alcol. Dovremo indagare su questo fatto nuovo. il ghiaccio galleggia sull'acqua ma affonda nell'alcol.